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VOGLIAMO IL CONTRATTO SENZA SE E SENZA MA

E da qualche tempo che sento dire “UN UOMO SOLO AL COMANDO E’ PERICOLOSO”... Chiaramente mi riferisco al nostro Presidente del consiglio Matteo RENZI  che ha preannunciato la volontà di riformare per legge i contratti sostituendoli con il SALARIO MINIMO DI INGRESSO.

Mi pare che al comando non vi sia un uomo solo ma molti, veramente molti,  interessati a soluzioni un po’ troppo corporative. Personaggi che si muovono suggerendogli cosa deve fare o ancor peggio ordinarglielo, creando molta confusione tra lavoratori e cittadini su cosa si possa fare o non fare per uscire dalla persistente crisi.

Ad esempio la proposta di togliere la tassa sulla prima casa a tutti. Ritengo sia una manovra propagandistica vecchia e controproducente perchè  mettere sullo stesso piano chi ha un reddito famigliare di 20.000 mila euro lordi all’anno e chi ne guadagna il doppio o ancor di più non è giusto. Va da sé che l’equità dovrebbe basarsi sui principi di solidarietà: chi meno ha  meno paga, chi non ne ha proprio non paga, chi ne ha a sufficienza potrebbe continuare a contribuire, o no?

Come dicevo sono molti che comandano influenzando queste scelte importanti, anche se non appaiono o appaiono poco. A loro vorrei dire che non credo che la strada giusta sia quella di garantire il meglio o il meno peggio ad alcuni e imporre solo il peggio per altri (i più deboli).

Come sindacato saremo sempre dalla parte di quei più deboli e forse è per questo che non si erano mai visti, almeno negli ultimi decenni, attacchi così violenti nei confronti del sindacato per tentare di demonizzare quelli come noi che, nella storia di questo Paese, hanno avuto un ruolo importantissimo, ruolo che in alcune epoche fu addirittura fondamentale.

E’ indubbio che anche noi non siamo esenti da errori ma  di certo non sono paragonabili a quelli che la classe politica continua tutt’oggi a perpetuare rimanendo sorda ai richiami di sofferenza della gente comune, quella che, per usare una battuta, fa fatica a sbarcare il lunario. Donne e uomini che vengono espulsi dalle fabbriche e giovani che vedono un futuro opaco o in bianco e nero.

In questo contesto, quindi,  leggere che il Governo vuole mettere mano al modello contrattuale per legge e apprendere che nello stesso giorno il presidente della Confindustria  annuncerà il fallimento della trattativa tra CGIL CISL UIL, fa capire quanti e come in Italia comandino.

I contratti vanno rinnovati e non ci sono scuse per non farlo! La UILM,  i nostri iscritti e i lavoratori vogliono il contratto NAZIONALE e la Confindustria non può cambiare le regole del gioco in piena partita quando è dal 2014 che CGIL CISL e UIL  sono pronte a discutere i cambiamenti .

Ricordo che è dal 2013 che CGIL CISL e UIL chiedono al governo di confrontarsi per cercare di risolvere le storture che mettono a rischio la nostra economia ma nulla di fatto. Questo mi fa dire che la concertazione funziona molto bene, tra loro...

Pertanto ritengo che invasioni di campo su temi che da anni appartengono alle parti sociali come il MODELLO CONTRATTUALE e le nuove regole di RELAZIONI SINDACALI sia un grave errore da scongiurare .

 

Maurizio PEVERATI

  Segretario Generale UILM Torino