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CLAUDIO CHIARLE QUERELATO DALLA UILM DI TORINO

Oggi, 23 novembre 2012, il Segretario Generale Uilm di Torino Maurizio Peverati ha depositato un atto di denuncia e querela, presso il Tribunale Ordinario di Torino, verso il Segretario Generale Fim Torino Claudio Chiarle.  La pratica è seguita dall’avvocato Massimo Pozza del foro di Torino. Il motivo della querela sono alcune dichiarazioni rilasciate da Chiarle durante l’assemblea nazionale della  Fim Cisl di Torino sul caso Fiat del 29 ottobre, frasi riportate dal quotidiano La Repubblica il 2 novembre.

QUESTE LE FRASI MOTIVO DI QUERELA PRONUCIATE DA CLAUDIO CHIARLE: “La Fim ha mantenuto i suoi voti con qualche crescita. La differenza con Fismic e Uilm è che i nostri sono voti veri, voti della Fim”; “Dobbiamo porre particolare attenzione alla crescita di Fismic e Uilm negli stabilimenti in cui non c’erano, in particolare il Fismic, il Fismic ha tutta questa capacità senza aiuti?”; “Fismic e Uil non hanno più bisogno della Fim che faccia da tramezzo. E neanche la Fiat. Anzi, la nostra capacità di essere sindacato partecipativo comincia ad essere vissuta come fastidio, perché la diversità tra noi egli altri sindacati sta nel fatto che noi le piattaforme le scriviamo e loro se le fanno scrivere.

MAURIZIO PEVERATI DICHIARA: “Le frasi di Chiarle, oltre a danneggiare la nostra immagine e credibilità ingenerano sospetti sull’operato della mia Organizzazione delegittimandola agli occhi dei cittadini e degli associati. La Uilm che rappresento non può accettare tutto questo. Ogni giorno centinaia di nostri delegati si impegnano per rappresentare i lavoratori su tutto il territorio piemontese, quelle frasi hanno sminuito e adombrato il loro impegno. Proprio in tempi così difficili dal punto di vista economico occorrerebbe un maggior senso di responsabilità invece di soffiare sul fuoco della tensione che già cova all’interno di alcune fabbriche per via della prolungata sofferenza dovuta alla crisi economica. E’ con questi sistemi che vuole crescere la Fim? Una caduta di stile inqualificabile. Mi auguro che in futuro si possa ricostruire un dialogo corretto e reciprocamente rispettoso per il bene dei lavoratori”.