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intervento su REPORT GENNAIO 2012 di MAURIZIO PEVERATI, segretario generale Uilm Torino

 

Il punto è che oramai la pazienza e la fiducia delle persone è terminata. Non ci sono più appelli. Migliaia di cassa integrati, precari e disoccupati, i nostri metalmeccanici continuano a chiedere risposte. Francamente è dura, in questo inizio anno, darle. Non le ha nemmeno il sindacato le risposte. Da un lato la ripresa produttiva che doveva già iniziare tarda o è insufficiente, dall’altra la manovra del Governo, in cui riponevamo molte aspettative, si è trasformata in una scure. Al di là dei commenti degli economisti e degli esperti bisogna infatti andare alla radice dei problemi osservando, semplicemente, la dura realtà. Ebbene, facendo qualche esempio, questa settimana abbiamo tutti letto sui giornali degli aumenti spropositati sui trasporti, fino al 150% in più su alcune linee. I biglietti del tram a Torino passano, tanto per fare altri esempi, da 1 euro a 1.50. Gli stipendi sicuramente non aumentano alla stessa velocità. Così come non aumentano con la velocità che ha preso il costo della benzina per colpa delle accise regionali in aumento. Ecco, Monti taglia per razionalizzare, gli enti locali fanno fronte aumentando l’imposizione. Il sistema sembra semplicemente impazzito e mentre si apprende che onorevoli e potenti si sono tagliati alcuni privilegi (ma solo dalle prossime legislature) a noi non resta che leggere le tabelle delle nuove età pensionabili, non solo sono in aumento ma gli assegni sono in diminuzione. Ci spiegano che è per il bene del Paese ma un impoverimento generale non è assolutamente la chiave per farlo crescere il nostro amato Paese. Soprattutto non infonde fiducia e ciò creerà a catena impossibilità di consumare, di spendere, e ancora una volta i consumi si fermeranno. Anche gli acquisti di auto, tanto per citare la preoccupazione che ho per il mio settore. Così saremo punto e a capo. Ma allora, qual è la strada da intraprendere. Lo stiamo dicendo da tempo che occorre vigilare sull’inflazione programmata e su quella reale perché i cittadini sono afflitti dal constatare che lo Stato valuta l’inflazione al 2-3% ma ogni cosa che si acquista è in realtà aumentata del 20-30% o in alcuni servizi pubblici (trasporti ad esempio) ancora di più. E’ troppo sognare il recupero totale dell’inflazione reale sui nostri salari e pensioni? Per niente, sarebbe un diritto. E occorrono maggiori detrazioni per le spese che devono affrontare le famiglie così come minori tasse sul lavoro. Su questo non si riesce a trovare la quadra e al massimo arriva qualche incentivo ad assumere giovani e donne mentre in contemporanea discutono di licenziamenti. Parliamoci chiaro: la priorità non è quella, è invece abbassare il precariato. L’unico modo per far crescere i posti di lavoro e stabilizzarli nel contempo, è creare ricchezza perché nessun folle licenzia lavoratori quando sta producendo ricchezza. Dirlo è banale lo so, ma la politica sembra non aver colto questo semplice e importante messaggio tornando solo a mettere in discussione l’articolo 18. Lo sviluppo è dunque la meta, quella che traghetterebbe tutti in salvo. Si è fatto abbastanza per alimentarlo? Bè, no. Se luce, acqua, gas, benzina sono in aumento e se il costo del lavoro non è diminuito allora le premesse non ci sono, punto e basta. Solo che a forza di gridare "al lupo al lupo" , come nella fiaba, sembra che i politici si siano abituati. E vanno avanti per la loro strada, in solitaria, mentre tutto attorno il paese decresce e soffre: la recessione è realtà. Le responsabilità ora sono affidate ad un governo tecnico (che è la dimostrazione del fallimento della politica) così centro destra e centro sinistra hanno pure l’alibi di non essere colpevoli. Troppo facile. E’ una storiella a cui, le migliaia di cassa integrati e di metalmeccanici che rappresento non crederanno facilmente. Aspettiamo i futuri incontri con Governo, separati o congiunti non importa, per avere le risposte che meritiamo, quelle sul futuro nostro e delle migliaia di famiglie e lavoratori che rappresentiamo sapendo che l’unico sviluppo che vediamo, al contrario di quello promesso, riguarda solo disoccupazione e tasse, quelle crescono sempre, guarda caso…