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FIM E UILM AL PD "NON TI VOTIAMO PIÙ

Articolo tratto da “La Repubblica” del 10 febbraio 2010

 

Di STEFANO PAROLA

È polemica dopo il voto del Consiglio comunale, con il sì di alcuni esponenti Pd, di un ordine del giorno a sostegno della Fiom. La Uilm minaccia di sconsigliare ai propri iscritti di votare Pd alle regionali. E mentre la Uil regionale s'indigna, la Fim-Cisl si chiede da che parte stia il Pd. Tutto per colpa di un ordine del giorno (primo firmatario Antonio Ferrante, consigliere di Rifondazione) dall'iter contrastato, già bocciato in commissione lavoro dal presidente Enzo Lavolta (Pd) perché ritenuto strumentale (e Lavolta lunedì sera ha votato contro). Il documento esprime «sostegno e solidarietà alla Fiom e alle sue proposte di referendum sull'accordo». E ottiene 18 voti a favore, 6 contrari e 3 astenuti. Apriti cielo. In questo modo il Consiglio comunale entra a piè pari nella questione che da mesi spacca i metalmeccanici, ossia il rinnovo del contratto nazionale. A ottobre la Fiom abbandonò il tavolo della trattativa e Fim e Uilm siglarono un accordo separato. Seguirono veleni, polemiche a mezzo stampa, assemblee infuocate nelle fabbriche. Ma dopo il voto della Sala Rossa, in piena bufera finisce il Pd, punto di riferimento di quasi tutto il movimento sindacale metalmeccanico. Il segretario della Fim-Cisl Torino, Claudio Chiarle, spiega con chiarezza i motivi dell'ira della sua organizzazione: «È un'ingerenza che non avvantaggia nessuno ma anzi aumenta la frattura tra i sindacati. Ho l'impressione che sia il prezzo che il Pd paga per l'accordo raggiunto con la sinistra radicale sulla candidatura Bresso». La Fim ha già inviato due lettere. Una alla presidenza del Consiglio comunale per chiedere un dibattito in cui esporre le proprie ragioni. L'altra ai vertici locali del Pd, perché il partito, denuncia Chiarle, «ha avuto tre posizioni diverse: 7 consiglieri favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti. Se vogliono metterci in un angolo lo dicano apertamente. Ma tengano presente che abbiamo più di 10 mila iscritti con altrettante famiglie». La reazione della Uil è ancora più dura. Il segretario regionale Gianni Cortese definisce «gravissima» l'approvazione dell'odg: «I consiglieri hanno decretato che il contratto che abbiamo firmato "nega la democrazia nei luoghi di lavoro, aumenta la precarietà e la flessibilità degli orari, diminuisce i potere d'acquisto dei salari e i diritti del lavoro". Sono frasi vergognose». Maurizio Peverati (Uilm) ci va giù pesante: «Alle prossime elezioni la Uilm non darà senz'altro indicazione ai propri iscritti di votare Pd se i suoi vertici locali non assumono posizioni diverse da quelle della Sala rossa. È un'iniziativa vergognosa. Anche se la Fiom è il sindacato più caro alla sinistra, non è giusto schiacciare gli altri. Chiamparino e il Pd dimenticano di essere stati eletti con i voti di molti iscritti alla Uilm». La reazione del leader Fiom, Giorgio Airaudo, è opposta: «Il diritto dei lavoratori di decidere sui contratti è un tema di cui la politica si deve occupare, quindi l'iniziativa è apprezzabile. Oggi la democrazia si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche, mentre serve una legge che dia la possibilità ai lavoratori di scegliere. Non è più pensabile che tre sindacalisti decidano per milioni di persone».

 

10 febbraio 2010