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ALLEANZA FIAT OPEL OUT: ORA SI PENSA AL FUTURO!

 

La notizia che la trattativa con Opel non abbia ottenuto i risultati sperati, vista la forte concorrenza dell’austriaca Magna che si è messa sul cammino tracciato da Marchionne, apre nuovi scenari. Fiat adesso dovrà rivolgere la sua attenzione ad altri marchi sempre se vorrà rimanere fedele al proposito di creare, come detto da Marchionne, un gruppo industriale internazionale in grado di produrre 6 milioni di veicoli l’anno. Intanto in Italia i sindacati si interrogano sulle conseguenze di questa trattativa finita male. La segretaria Flavia Aiello non si lascia andare a concetti pessimistici e, anzi, è di tutt’altra opinione: “Penso che questo fallimento sia più a discapito di Opel che di Fiat… ricordo che la Magna è una società di componentistiche e non di produzione di autovetture. Un’alleanza poteva essere utile per far diventare grande il gruppo ma ripeto, il rimpianto sarà più di Opel”. Poi la Aiello introduce quello che, per i sindacati, è il vero problema: l’occupazione in Italia: “Noi siamo contenti che Fiat diventi un gruppo internazionale perché vedere crescere l’industria Italiana è un fatto di orgoglio. Quindi non discutiamo le scelte di Marchionne che in questi tre anni ha dimostrato di essere una persona capace. Quello che però chiediamo è di fare chiarezza sulla produzione in Italia che, ricordo, è un terzo di quella complessiva di Fiat nel mondo. Va bene comprare altri marchi ma qui? Vogliamo saperne di più sul nostro futuro ricordando che a Torino c’è il cuore e la mente della Fiat, abbiamo i progetti e le nuove tecnologie, ma vogliamo anche le braccia!”. Tornando al caso Opel la segretaria Uilm si toglie un sassolino dalla scarpa esprimendo un dubbio che era di molti: “Nel quadro generale un’alleanza del genere era utile per arrivare ai 6 milioni di veicoli l’anno, il grande piano alla Marchionne per intendersi. Nello specifico creava qualche problema perché la Germania è vicina all’Italia e il governo tedesco avrebbe chiesto precise garanzie occupazionali nei propri stabilimenti”. Poi un cenno al futuro: “Adesso di deve andare avanti. Per Fiat non é fondamentale un marchio piuttosto che un altro ma riuscire ad essere competitiva a livello internazionale”. E con queste parole si pone una pietra sopra al problema Opel oramai remoto. Aiello, riportando il discorso sulle vere priorità allora afferma:Ho detto che a Torino vogliamo oltre al cuore e la mente anche le braccia? Allora iniziamo a ragionare sulla produttività degli impianti. Ricordo che a Mirafiori c’è una capacità produttiva dimezzata. Si potrebbe fare molto di più. Ad esempio nella linea della grande punto che fu finanziata, non dimentichiamolo, da Comune, Provincia e Regione”.

 

3/6/2009                                    Ufficio Stampa Uilm