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DIRETTIVO DI “FUOCO” SU REFERENDUM E CONTRATTO

 

Il contratto nazionale, chiuso con grande difficoltà e con la consapevolezza che il contesto politico ed economico non ha aiutato, è stato il tema all’ordine del giorno dei 200 delegati Uilm, riunitosi il 5 febbraio presso l’Hotel Royal di corso Regina. Estremamente vivace il dibattito con numerosi interventi e proposte. Il segretario Maurizio Peverati, al termine, ha assunto queste posizioni, poi riportate dagli organi di stampa.

“A trattative concluse posso affermare che mai nella storia contrattuale si e’ visto in modo così palese il tentativo delle associazioni imprenditoriali di delegittimare il ruolo del sindacato, dando anticipi economici unilateralmente e giocando sull’emergenza salariale oramai sotto agli occhi di tutti.

Ritengo che il risultato raggiunto sul salario abbia dato una risposta importante ma monca e ci aspettiamo a breve una risposta sulla defiscalizzazione di questo aumento, accompagnato da un alleggerimento della  pressione fiscale , allora sì che questo risultato sarebbe importante per i lavoratori, soprattutto se legato anche a compensazioni relative alla contrattazione integrativa.

Adesso parte la vera sfida. Vogliamo una vera discussione su un nuovo modello contrattuale che semplifichi e accorci  i tempi di durata tra un contratto e l’altro dando certezze senza sprechi di energie da parte di tutti , sapendo che oggi, chi ne fa le spese, sono i lavoratori. ed é su queste basi che la rivisitazione dell’accordo del’luglio 93 é doverosa, perché quell’accordo non rispecchia più la realtà.

Sono convinto che in un contesto di cambiamenti irreversibili anche il sindacato non può essere esente dal mutare.

Dobbiamo ripensare alle dinamiche con cui operiamo o rischiamo di non rappresentare gli interessi dei lavoratori, proprio adesso che per via degli stravolgimenti nel mercato globale, il ruolo del sindacato assume sempre più importanza.

Non c’e’ dubbio che  Fim Fiom e Uilm devono riflettere seriamente su nuovi modi di raggiungere gli obiettivi. Credo, ad esempio, che essere sempre sotto esame a colpi di referendum, sia profondamente sbagliato. L’operato del sindacato deve essere visto e premiato al momento del voto elettorale. Basta osservare il risultato del referendum alle meccaniche di Mirafiori sui 17 turni per accorgersi che il rischio è quello di legittimare un modello sindacale  corporativo, che nulla ha a che fare con i nostri concetti di solidarietà. Quell’accordo va ripreso e firmato dando così certezze di crescita occupazionale e di investimenti, e sappiamo tutti quanto ne abbia bisogno questo paese”!

 

6/2/2008